È la chiesa madre
della città, impropriamente identificata come cattedrale, nonostante
non sia mai stata residenza episcopale. La chiesa, costruita
probabilmente tra il 1573 e il 1580, assunse presto le funzioni
parrocchiali, trasferite dalla più antica chiesa di S. Giorgio, sita
nella Terravecchia. Successivamente, grazie all'acquisizione di
particolari diritti e onorificienze in seno alla diocesi di Lucera,
è fregiata del titolo di collegiata, retta da un arciprete e da un
collegio di dodici canonici regolari. L'edificio attuale è il
risultato di vari rimaneggiamenti, il più incisivo dei quali
avvenuto intorno al 1693, per ordine del vescovo di Lucera Domenico
Morelli e a spese delle confraternite, a seguito del terremoto del
1688. Si presenta oggi a pianta basilicale, con tre navate scandite
da dodici pilastri e la volta (costruita nella seconda metà
dell'Ottocento) a botte con lunette. La facciata, di forma
rettangolare ad abbracciare l'estensione delle tre navate, è
interamente costituita di blocchi di pietra squadrati. Ad
interrompere questa austerità, il sobrio portale centrale in stile
tardo-rinascimentale, sovrastato da un frontone arcuato aperto che
accoglie, sulla sommità, le insegne del vescovo Morelli e la lapide
della ricostruzione del 1693. Il campanile, un paio di metri
a Nord-Est del corpo della chiesa, è a torre quadrata, dello stesso
stile della facciata, diviso in tre sezioni da due cornicioni
marcapiano. L'ultima ospita l'aula campanaria. La torre termina con
una cuspide ottagonale, che sul versante principale reca una
meridiana. Sul lato Ovest, parallele alla chiesa e unite ad essa da
tre archi che si aprono nella navata destra, tre cappelle:
quella dei Misteri della Passione, dell'Immacolata e del SS.
Sacramento. La cappella dei Santi Patroni, invece, è sita
parallelamente alla navata sinistra, nella parte anteriore. Da
ammirare, la nutrita statuaria lignea di scuola napoletana,
risalente al tardo barocco, come testimoniano le preziose ed
espressive forme della statua dell'Immacolata, di S. Michele, di S.
Nicandro, S. Marciano e S. Daria. Di un certo rilievo storico e
artistico, la tela dell'Annunciazione, attestata al tardo '500, gli
altari barocchi di S. Michele e dei Santi Nicandro, Marciano e Daria
Patroni della città. |