La via dei
pellegrini -
Il percorso, suddiviso in tappe, propone fedelmente la via percorsa
dai pellegrini, un classico appuntamento di fede che ancora oggi in
una comunanza di devozione richiama migliaia di credenti. Si parte da
San Severo e si entra nel promontorio del Gargano attraverso la valle
di Stignano, si prosegue per i comuni di San Marco in Lamis, San
Giovanni Rotondo, Monte Sant'Angelo, Manfredonia e il Santuario
Incoronata nell'omonima frazione nei pressi di Foggia.
Il tracciato di ogni singola tappa è
integrato da facili percorsi escursionistici adatti a chiunque. Essi
s'insinuano (purtroppo non tutti indicati da segnaletica) in aree di
grande interesse naturalistico e geologico tra le più belle di questo
versante del Parco Nazionale del Gargano. Prima Tappa:
Punto di partenza: San Severo
- Punto di arrivo: San Marco in Lamis - Lunghezza: 26 km
- Note: questa prima tappa può essere arricchita da alcuni
percorsi escursionistici: gli eremi di Sant'Onofrio e Sant'Agostino
nei pressi della valle di Stignano, il canale della Fajarama e la
Piana di Montenero.
Seconda Tappa:
Punto di partenza: San Marco
in Lamis - Punto di arrivo: San Giovanni Rotondo - Lunghezza: 9 km
- Note: la seconda parte dell'itinerario, più breve delle altre,
riserva interessanti sorprese naturalistiche da scoprire con
escursioni a valle Grande e sui monti Calvo e Spigno.
Terza Tappa:
Punto di partenza: San
Giovanni Rotondo - Punto di arrivo: Monte Sant'Angelo - Lunghezza: 33 km
- Note: le escursioni consigliate in questa tappa sono gli eremi
di Pulsano, la Foresta Umbra e la valle di Macchia.
Quarta Tappa:
Punto di partenza: Monte
Sant'Angelo
- Punto di arrivo: Foggia - Lunghezza: 67 km
- Note: le
escursioni consigliate in questa tappa (la più lunga di tutto
l'itinerario) sono le zone umide del lago Salso e delle paludi
Frattarolo, il sito archeologico di Passo di Corvo e il tratturo che
da Foggia conduce al santuario Incoronata.
La via Sacra
(via dell'Angelo) - La
Via Sacra dei Longobardi, ossia quell'ultima appendice della Via
Fracigena, fu una delle più importanti arterie del pellegrinaggio
medievale, ed ancora adesso itinerario di fede e di richiamo
spirituale per migliaia di devoti. Così, dopo aver attraversato la
valle di San Severo, questo antico percorso si insinuava tra il
promontorio garganico e la piana del Tavoliere, consentendo,
attraverso sentieri più o meno impervi, di giungere al Santuario di
San Michele. Già sul finire del V secolo, quando il culto
dell'Arcangelo approdò sul Gargano, la Grotta a "Lui" consacrata
divenne fulcro di una continua devozione, e più tardi, tappa obbligata
per i crociati diretti alla Terra Santa. E
lì, sul Monte, specie in età medioevale, salirono papi, sovrani,
romei, santi predicatori ed umili pellegrini: un'umanità in cerca di
"salvezza" che, prima dai territori limitrofi, poi perfino dall'Europa
intera, fece di questo percorso un crocevia di genti e culture
diverse.A testimoniare questa
profonda devozione sono oggi le chiese, i monasteri, i resti di
cappelle votive e gli antichi ostelli che punteggiano la Via Sacra
nella sua interezza. Il tracciato inizia, perciò, con la benedizione
di Santa Maria di Stignano, prosegue nel segno di San Matteo, Padre
Pio, San Michele e San Leonardo, e termina con l'abbraccio della
Madonna Incoronata di Foggia.
Per maggiori informazioni sulla via
sacra:
www.laviadellangelo.it
I sentieri
della Foresta Umbra -
Accessi:
Nucleo dei
fabbricati dell'Amministrazione forestale.
Cartografia di
riferimento:Carta
I.G.M. 1:50.000 - Foglio 385, VIESTE.Vi sono
numerosi sentieri che attraversano la Foresta Umbra, molti sono
segnalati dall'Amministrazione che ne cura anche la manutenzione. Si
tratta di itinerari piuttosto brevi i cui tempi di percorrenza
raggiungono un massimo di 4 ore. E' possibile percorrere più sentieri,
facendo i necessari raccordi tra un tratto e l'altro.La numerazione
riportata e la toponomastica si riferiscono a quella dei cartelli
indicatori rinvenibili lungo ciascun percorso.
Sentiero N.3:
BARACCONI - STRADA UMBRA-MARE:
tempo di percorrenza: 3 h
- Itinerario
interamente forestale che non offre punti panoramici di particolare
interesse, ma che si snoda attraverso bellissimi popolamenti di faggio
nella parte alta fino a circa metà percorso e poi di cerro, scendendo
verso la strada asfaltata che conduce a Vieste. Il sentiero decorre
sempre all'ombra, al riparo della vegetazione arborea, e presenta
eclusivamente tratti in piano e in discesa.Lungo il percorso è
facile incontrare alcune mandrie di vacche di razza podolica e qualche
maiale allo stato brado.
Il punto di partenza ha inizio a circa 1 km. di distanza dal nucleo
dei fabbricati dell'Amministrazione Forestale di Umbra, a sinistra
della strada che conduce al mare in direzione di Vieste, in località
Baracconi. Qui sorge un gruppo di edifici di proprietà dell'Azienda
posti in una zona pianeggiante attrezzata per ospitare tende e roulottes.
Il sentiero ha unizio alle spalle dei
fabbricati, su una strada forestale di servizio (chiusa da una sbarra)
piuttosto larga. Si attraversa dapprima un popolamento di faggio
coetaneo a gruppi con grosse piante sparse qua e là e sottobosco di
graminacee, abbondante ciclamino, agrifoglio, luzula, brachipodio,
Galium spp. rovi, vitalba, dafne e pungitopo.Fanno parte del soprassuolo
arboreo anche alcune piante di frassino e di acero.Dopo circa 15 minuti
di cammino, sul margine sinistro della carrareccia si incontra una
grossa pianta di cerro, primo baluardo della fustaia di questa specie
che si attraverserà nella seconda metà del percorso. Sono presenti
inoltre piante di vitalba che, con le loro liane, avvolgono quasi
completamente la chioma di alcuni faggi creando effetti di luce molto
suggestivi, con i raggi del sole filtrati dalla fitta vegetazione. QUi
il popolamento diviene chiuso ed è abbondante nel sottobosco il
pungitopo e l'agrifoglio.Più avanti nella
faggeta compaiono specie più termofile quali carpino bianco e
carpinella, cerro, acero opalo e campestre, ciavardello.Dopo un primo
tornante, in prossimità della seconda sbarra, sulla destra si incontra
una vecchia "piscina" ormai semi-interrata, ma è ancora ben visibile
la muratura del rivestimento.Superata la sbarra si
nota la presenza di piante di faggio di dimensioni notevoli, alcune
delle quali presentano la parte superiore del fusto ricoperta da
edera.Il percorso continua sulla
solita carrareccia mentre la morfologia è quella di una valle
piuttosto aperta con esposizione Nord-Nord-Est.In questa zona alcune
grosse piante di faggio morte in piedi presentano enormi corpi
fruttiferi a forma di mensola di Fomes fomentarius.Dopo circa 1 ora di
cammino, quando ha inizio la discesa, si incontra una fustaia di
faggio secolare, a struttura monoplana e con piante di dimensioni
eccezionali, di suggestiva bellezza. La gran parte di queste presenta
il fusto avvolto dall'edera, mentre sui tronchi marcescenti sono
evidenti i caratteristici "fori" prodotti dai picchi (il picchio
dalmatino risulta praticamente confinato in questi tipi di
soprassuolo).Seguendo poi il tratto di
cresta, che lascia sulla destra la Valle del tesoro ed a sinistra
quella del Torrente Malpasso, il sentiero entra definitivamente nel
querceto a prevalenza di cerro a cui si consociano in odo subordinato
il carpino nero, l'olmo, l'acero opalo e campestre ed il tiglio.Sotto la cerreta, come
è caratteristica di questa firmazione,il sottobosco è abbondante e
ricco, soprattutto di specie arbustive (rovi, dafne, pungitopo,
agrifoglio, ciavardello, biancospino, graminacee, edera, felci).
Raggiunto il bivio per Grava di Pozzo Lombardo, ben segnalato
dall'Amministrazione di Umbra, si prosegue sul sentiero principale
fino a giungere nei pressi di una "piscina" ubicata in un'ampia
radura, utilizzata per l'abbeveraggio del bestiame (l'acqua non è
potabile).Lasciando la "piscina" alla
propria destra si può continuare sempre sulla stessa carrarreccia fino
a Caritate (circa 45 minuti di cammino). Se invece si prende a
sinistra, una comoda mulattiera conduce alla Grava di Malanotte (bivio
ben segnalato).Proseguendo in questa
direzione, con il diminuire della quota cambia progressivamente la
composizione del bosco e del sottobosco che indica un ambiente
notevolmente più xerico e caldo (l'esposizione è Est-Sud-Est):
infatti, il cerro lascia gradualmente il posto all'acero campestre,
all'orniello, al carpino nero, alla roverella, al perastro, mentre fra
gli arbusti si annoverano la ginestra odorosa e il ginepro comune.In breve tempo (10
minuti dal bivio) si raggiunge la Grava di Malanotte le cui
caratteristiche principali sono segnalate da un cartello a cura
dell'Amministrazione forestale.Da qui la visuale si
apre sul litorale di Peschici e su alcuni boschi di pino d'Aleppo, in
parte percorsi dal fuoco, visibili in lontananza. Subito dopo, il
sentiero piega briscamente a destra in un ceduo di carpino, acero,
orniello, cerro e roverella. Man mano che si scende di quota si nota
la presenza del tiglio e di alcuni magnifici esemplari di pioppo
tremulo di diametro elevato. Il sentiero decorre molto ripido con
alcuni tornanti per qualche minuto, quindi segue le curve di livello
tenendosi sempre su esposizione Est-Sud-Est. Lungo questi tratti in
piano si incontrano vecchie aie carbonili (ormai abbandonate) ottenute
mediante un piccolo sterro a monte della pendice, in modo da formare
una piazzola.Ben presto il sentiero scende
di nuovo di quota bruscamente (alcuni tornanti) e, dopo circa " ore di
acmmino, si ritorna in un bosco a prevalenza di cerro. Sul sentiero
sono presenti alcuni esemplari di leccio con curioso e pronunciato
polimorfismo fogliare tra pianta e pianta (foglie molto ampie ed a
bordo intero insieme ad altre più piccole e ricche di spine sul
margine).Da qui in alcuni
minuti il sentiero raggiunge la strada Umbra-Mare intersecandola a
circa 2 km. prima di Caritate.
Sentiero N. 10:
TAVOLONE - DISPENSA:
tempo di percorrenza: 1.15 h
- Il raccordo tra il
sentiero n.15 e il n.10 non dura più di 5 minuti.Si attraversano
dapprima alcuni novelleti di faggio e, giunti in località Tavolone, si
procede in discesa in una perticaia, con abbondante sottobosco a
Calamagrostis epigejos, qualche agrifoglio, pungitopo e felci. Si
tratta in entrambi i casi di soprassuoli posti in rinnovazione in
periodi differenti.Lungo il sentiero si
incontra un gruppo di tre grosse piante di faggio. Facendo una piccola
deviazione si può raggiungere la Grava di Coppa di Stella, profonda
40m. e con uno sviluppo sotterraneo di 22m.
Procedendo oltre, il soprassuolo tende a diradarsi e la copertura e
meno densa. Qui l'agrifolgio è ben diffuso con esemplari anche in
forma arborea.Nelle
piccole radure si nota la presenza di cardi e di tasso barbasso, a
volte di dimensioni anche notevoli. Ci sono numerosi faggi con fusti
slanciati, di forma colonnare. Alla faggeta pura si sotituisce per un
certo tratto un consorzio misto in cui al faggio si consociano il
carpino bianco, Sorbus torminalis, Acerobtusatum e Tilia cordata,
con esemplari di grosse dimensioni.Si
prosegue in discesa fino a giungere in un'ampia area attrezzata per il
pic-nic, posta in prossimità della strada asfaltata.
Sentiero N.11: DISPENSA - LAGO D'OTRI:
tempo di percorrenza: 1.30 h
- Sentiero ben
segnalato nel punto di partenza, in località Dispensa, che decorre
quasi parallelo al sentiero n.10.Si cammina sul fondo
di una piccola valle, le cui pendici sono ricoperte da popolamenti di
faggio di età diversa sui due versanti. A destra si rinviene un
soprassuolo vicino alla maturità, a sinistra una giovane perticaia con
grosse piante sparse qua e là che rappresentano il soprassuolo
precedente.Più avanti la struttura
diviene disetanea con presenza di carpino nero e acero d'Ungheria.Numerosi sono gli
alberi con fusti ricoperti di muschi: ciò denota l'elevato tenore di
umidità dell'aria che caratterizza questa vellecola.
Nel tratto finale si nota un'alternanza
di soprassuoli a densità variabile: in quelli meno densi è presnete
una fitta copertura erbacea a Calamagrostis epigejos.
Sentiero N.15: LAGO D'OTRI - MURGIA: tempo di percorrenza: 1.00 h - Il sentiero si snoda quasi interamente tra popolamenti di faggio
differenziati per età e struttura. Lo si raggiunge dalla strada
asfaltata che porta a Torre Palermo. Si cammina in una faggeta
disetanea, con presenza di carpino bianco fino a raggiungere il Lago
d'Otri, piccolo catino artificiale delimitato da un muretto e
comletamente ricoperto di alghe, con fioriture primaverili-estive di
Ranunculus peltatus. Facendo un piccolo anello si raggiunge la Grava
di Marianna, un inghiottitoio profondo 27m. e con sviluppo sotterraneo
di 18 m. Rientrati sul sentiero, sempre nella faggeta, è possibile
notare le numerose piante che vivono nel sottobosco e che variano
soprattutto a seconda del grado di copertura delle chiome, che
determina condizioni di luminosità ed umidità variabili. Agrifoglio e
pungitopo vegetano bene anche sotto una densa copertura; si trovano
poi rovi, felci, Daphne laureola, Calamagrostis epigejos (una
graminacea tipica delle faggete), Sanicula europaea, Galium spp.,
Orobanche hederae (una pianta parassita priva di clorofilla che vive
sulle radici dell'edera), edera (che spesso avvolge i fusti e risale
fino alle chiome, confondendosi con esse), vitalba, sigillo di
Salomone, Orchis maculata, Fragaria vesca, Cyclamen hederifolium,
Lonicera caprifolium, Urtica dioica, senecio, farfaraccio. Lo strato
arbustivo comprende Sambucus nigra, Euonimus europaeus, Crataegus
oxyacantha. Oltre al carpino bianco si trovano consociati al faggio
Acer obtusatum e A. campestre, Fraxinus ornus e, fatto davvero
inconsueto, Quercus ilex. Vi è anche un nucleo di abeti bianchi
introdotti e nella zona intorno si notano, con un po' di attenzione,
numerosi semenzali di questa specie. Un'altra conifera introdotta, di
origine alpina, è l'abete rosso. Inclusa nella faggeta si rinviene
inoltre una bella fustaia di Quercus frainetto, in ottime condizioni
vegetative. Nei pressi della Caserma Murgia, dove termina
l'itinerario, esiste un nucleo ben evidente di grosse piante di pino
nero; tutt'intorno alla costruzione si rinvengono piante di Acer
obtusatum e A. campestre, carpino bianco, leccio e una grossa pianta
di Robinia pseudoacacia. Lungo il sentiero si prosegue per la
carrozzabile verso il villaggio Umbra per raggiungere il sentiero n.10.
Altri percorsi
del Gargano
Foresta Umbra, Coppa
D'Antonio, Piscina Bianca, Carpino -
Accessi:
Foresta Umbra
(S.S.528, km.22); Carpino (strada Carpino .S.S. 528).
Cartografia di
riferimento:Carta I.G.M.
1:25.000 - Foglio 156 I SE - ISCHITELLA; Foglio 157 IV SO, VICO del
GARGANO e Foglio 157 III NO - FORESTA UMBRA. Carta I.G.M. 1:50.000 -
Foglio 384 VICO del GARGANO.L'itinerario
si snoda per lo più tra belle cerrete, qualche ceduo di carpino e
l'interessante Bosco di Ischitella ove si ritrovano, inclusi fra
fustaie di cerro e farnetto, boschi secolari di faggio che vegetano
alle quote più basse a livello appenninico e nazionale (faggete
depresse). L'ultimo tratto decorre fra pascoli e oliveti con una
splendida visuale su Carpino e sul Lago di Varano.Possibilità di raccordo con
l'itinerario n.1 dalla Piscina di Don Sante o dopo la Masseria Maratea.Rifornirsi di acqua
alla partenza.
Nei pressi degli Uffici
dell'Amministrazione forestale di Umbra, a sinistra di un insediamento
dell'Aviazione Militare, al km.22 si diparte una strada, inizialmente
asfaltata, in direzione Monte Giovannicchio. Superato questo, dopo
circa un chilometro e mezzo, occorre deviare a destra e, più avanti,
proseguire in obliquo a sinistra.
Si supera la recinzione che delimita la
proprietà demaniale e sempre su carrareccia si giunge in uno spiazzo
ove sono una piscina e due grosse querce. Dal piazzale si dipartono
tre strade: una sulla sinistra vicino alla roverella che scende verso
la Masseria Maratea, una seconda vicino alla pianta di cerro sale in
direzione della Masseria Rusca, l'altra prosegue invece verso Tuppo
dei Giardini.Ad un successivo bivio
(Piscina di Don Sante) occorre piegare a sinistra mentre se si
prosegue dritti, dopo breve tratto ci si innesta sull'itinerario n.1
che conduce a Vico del Gargano.Il sentiero prosegue
dapprima in quota poi discende piuttosto velocemente fino ad
incontrare una "piscina" posta in prossimità di Casa Folicara. Da qui
si dipartono diverse strade: va seguita quella in direzione sud che
aggira la "piscina", supera un alveo torrentizio e procede ripida fino
alla Torretta forestale che si raggiunge per mezzo di una strada
forestale.Dopo la torre il sentiero si
snoda in quota e ad un bivio si prende a sinistra, costeggiando una
recinzione di filo spinato fino ad arrivare ad uno spiazzo, nel quale
si incrociano due strade, di cui una privata che, come indicato dal
cartello, porta fino alla Piscina Marchese.
Procedendo per questa strada si arriva
fino a Coppa dei Tre Confini, da cui passando per Monte d'Jorio e Case
Gippone si raggiunge Piscina Bianca. Dalla "piscina" si ritrova la
mulattiera che porterà fino a Carpino.
Caserma delle
guardie di Coppa del Giglio Valle Ragusa Casa Pezzente (strada S.
Giovanni Rotondo/Carpino) [Coppa del Monaco] Bivio Caserma delle
Guardie Monte Spigno S.S. 528 (Km 40+350) -
Accessi:Strada
comunale Cassano/Pian dell'Incudine (da S.S. 272); strada S. Giovanni
Rotondo/Carpino; S.S. 528.Cartografia di
riferimento:
Carta I.G.M.I 1:25.000 - Foglio 156 II
NE, Monte Spigno; Foglio 156 II SE, S. Salvatore e Foglio 157 III SO,
Monte S. Angelo. Carta I.G.M.I. 1:50.000 - Foglio 397, Manfredonia. Itinerario
molto impegnativo che decorre in parte all'ombra e per gran parte allo
scoperto. nella Valle Ragusa si ritrova una fra le più belle cerrete
del Bosco Quarto, con esemplari di notevole dimensione a sinistra,
poco prima di deviare sulla strada per Coppa del Monaco. Sopra Monte
Spigno diffusa presenza di fenomeni di carsismo superficiale con campi
carreggiati e doline che conferiscono al paesaggio un aspetto lunare.
Panoramica sulle cerrete di Bosco Quarto, sulla Valle Carbonara
sovrastata dall'abitato di Monte S. Angelo, su Monte Sacro a Ovest
fino ai laghi costieri. Rappresenta il proseguimento dell'itinerario n.15
Monte S.Angelo - Coppa del Giglio.
Da Coppa del Giglio dirigersi verso Pozzo Giovannone, giunti nella
Valle Ragusa piegare a sinistra. Percorsa tutta la valle, e parte
della Valle Pezzente, si giunge sulla strada S.Giovanni Rotondo/Carpino.
Si prende a destra e dopo breve tratto ancora a destra, proseguendo
sulla strada che decorre parallela alla Valle Ragusa, che va seguita
in direzione Coppa del Monaco. Al bivio della Caserma delle Guardie si
piega a sinistra e dopo uno "stazzo" si prosegue lungo il muretto a
secco che delimita la faggeta da un pascolo, mantenendosi sulla linea
di cresta fino ad arrivare alla cima più alta del Monte Spigno
(nell'ultimo tratto la mulattiera non è ben visibile). Il sentiero,
mal tracciato, si ritrova in prossimità di una cisterna, e conduce ad
una carrareccia. Questa, dopo un tratto in quota, discende dapprima
lentamente poi, diviene più ripida fino a giungere, dopo una serie di
tornanti, alla Strada Statale 528 poco dopo il km 40.Variante: Anzichè prendere la strada bianca, si può arrivare per una
carrareccia alla Masseria Pinciaro, nei pressi del km 39 dell S.S.528
dove, previo accordo, potrebbe esserci la possibilità di rifocillarsi.
Poco distante infatti c'è Masseria Luciani, tuttora in attività, che
pratica l'allevamento di capre e cavalli.
Caserma delle
Guardie di Coppa del Giglio Jazzo Trenta Carrini strada S. Giovanni
Rotondo/Carpino Canale del Conte Caserma Forestale Monte Calvo S.
Giovanni Rotondo -
Accessi:Strada
comunale Cassano/Piano dell'Incudine (da S.S. 272); strada S. Giovanni
Rotondo/Carpino; S. Giovanni Rotondo.Cartografia di
riferimento:
Carta I.G.M.I 1:25.000 - Foglio 156 II
NE, Monte Spigno; Foglio 156 II SE, S. Salvatore e Foglio 156 II SO,
S. Giovanni Rotondo. Carta I.G.M.I. 1:50.000 - Foglio 397,
Manfredonia.
Itinerario a
tratti molto panoramico che decorre per una parte in bosco, ma per lo
più allo scoperto. Si attraversa una delle formazioni forestali più
interessanti del Gargano (cerrete di Bosco Quarto e del Bosco di
manfredonia) ed uno degli ambienti con aspetti steppici (Monte Calvo).Vi è la possibilità
di rifornirsi d'acqua nelle diverse masserie che si incontrano lungo
il percorso.
Dalla Caserma delle Guardie di Coppa
del Giglio prendendo la prima deviazione a destra si accede verso
Piano dell'Incudine, ripercorrendo a ritroso un tratto del sentiero
che sale da Masseria S. Maria, per deviare ancora a destra attraverso
la Valle di Pasquanzano (1) fino alla carrareccia Cassano/Piano
dell'Incudine che va presa a destra. Una variante è data da un
sentiero che dalla strada bianca (ritornando verso S.Maria) si inoltra
nella cerreta e giunge fino alla strada S. Giovanni Rotondo/Carpino
nei pressi di Canale del Conte. Se invece si prosegue sulla
carrareccia, una volta giunti sulla strada asfaltata si prende a
sinistra per circa 2,5 Km e poi a destra una strada bianca che conduce
ad una caserma forestale. Giunti ad un bivio, nei pressi della
caserma, si sale a sinistra lungo una carrareccia dissestata fino a
raggiungere la sella di Coppa d'Incero. Successivamente si prosegue in
piano su un sentiero che attraversa la piana di Mulanna. Per risalire
sulla cima del Monte Calvo non c'è un sentiero ben definito, ma non
esistono difficoltà particolari. Discesi sul versante Sud-Ovest
occorre dirigersi verso la strada asfaltata che conduce all'abitato di
S. Giovanni Rotondo.
Monte S.Angelo
S.Maria di Pulsano Valle Mattina Tomaiuolo -
Accessi:Monte
S.Angelo; strada Manfredonia /S.S. 272.Cartografia di
riferimento:
Carta I.G.M.I 1:25.000 - Foglio 156 II
SE, S.Salvatore. Carta I.G.M.I. 1:50.000 - Foglio 397, Manfredonia.
Itinerario
percorribile in parte con mezzi motorizzati e in parte a piedi. Chi
decide di raggiungere il piccolo abitato di Tomaiuolo deve tener
presente che la rotabile che da Pulsano conduce fino all'inizio del
sentiero (Valle Marittina), è priva di parapetto. Si consiglia
pertanto di iniziare l'escursione a piedi, da S.Maria di Pulsano, e
farsi raggiungere in auto a Tomaiuolo (per far ciò occorre tornare a
Monte S.Angelo, prendere la S.S. 272 in direzione S.Giovanni Rotondo
e, dopo il km 44, svoltare al primo bivio a destra per Manfredonia).É un itinerario di
notevole interesse storico e artistico, con buona vista sul Vallone di
Pulsano e sulla piana di Manfredonia. É interessante inoltre visitare
la frazione Montagna ove è possibile acquistare prodotti tipici
locali.
Se invece di deviare per Coppa la Pinta
(vedi itinerario n.18) si prosegue dritti su comoda strada, in parte
sterrata, si giunge a S.Maria di Pulsano, dopo aver superato sulla
destra la Masseria Rinaldi ed una recinzione (avere cura di richidere
il rudimentale "cancello"). Il piccolo nucleo abitato di Tomaiuolo si
raggiunge imboccando a destra, prima del Santuario, la rotabile che
costeggia lo strapiombo di Valle Mattina (si tratta di una strada
incompiuta che si interrompe bruscamente sul versante opposto; essa
avrebbe dovuto collegare S. Maria di Pulsano con Manfredonia).In rpossimità del
primo tornante, superato il ponte in cemento, si risale una pendice su
sentiero poco visibile e, dopo aver superato la collina, si giunge ben
presto all'abitato di Tomaiuolo.
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