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Reparto ALBATROS
Escursioni sul GARGANO

La via dei pellegrini - Il percorso, suddiviso in tappe, propone fedelmente la via percorsa dai pellegrini, un classico appuntamento di fede che ancora oggi in una comunanza di devozione richiama migliaia di credenti. Si parte da San Severo e si entra nel promontorio del Gargano attraverso la valle di Stignano, si prosegue per i comuni di San Marco in Lamis, San Giovanni Rotondo, Monte Sant'Angelo, Manfredonia e il Santuario Incoronata nell'omonima frazione nei pressi di Foggia. Il tracciato di ogni singola tappa è integrato da facili percorsi escursionistici adatti a chiunque. Essi s'insinuano (purtroppo non tutti indicati da segnaletica) in aree di grande interesse naturalistico e geologico tra le più belle di questo versante del Parco Nazionale del Gargano. Prima Tappa: Punto di partenza: San Severo - Punto di arrivo: San Marco in Lamis - Lunghezza: 26 km -  Note: questa prima tappa può essere arricchita da alcuni percorsi escursionistici: gli eremi di Sant'Onofrio e Sant'Agostino nei pressi della valle di Stignano, il canale della Fajarama e la Piana di Montenero. Seconda Tappa: Punto di partenza: San Marco in Lamis - Punto di arrivo: San Giovanni Rotondo - Lunghezza: 9 km - Note: la seconda parte dell'itinerario, più breve delle altre, riserva interessanti sorprese naturalistiche da scoprire con escursioni a valle Grande e sui monti Calvo e Spigno. Terza Tappa: Punto di partenza: San Giovanni Rotondo - Punto di arrivo: Monte Sant'Angelo - Lunghezza: 33 km - Note: le escursioni consigliate in questa tappa sono gli eremi di Pulsano, la Foresta Umbra e la valle di Macchia. Quarta Tappa: Punto di partenza: Monte Sant'Angelo - Punto di arrivo: Foggia - Lunghezza: 67 km - Note: le escursioni consigliate in questa tappa (la più lunga di tutto l'itinerario) sono le zone umide del lago Salso e delle paludi Frattarolo, il sito archeologico di Passo di Corvo e il tratturo che da Foggia conduce al santuario Incoronata.

La via Sacra (via dell'Angelo) - La Via Sacra dei Longobardi, ossia quell'ultima appendice della Via Fracigena, fu una delle più importanti arterie del pellegrinaggio medievale, ed ancora adesso itinerario di fede e di richiamo spirituale per migliaia di devoti. Così, dopo aver attraversato la valle di San Severo, questo antico percorso si insinuava tra il promontorio garganico e la piana del Tavoliere, consentendo, attraverso sentieri più o meno impervi, di giungere al Santuario di San Michele. Già sul finire del V secolo, quando il culto dell'Arcangelo approdò sul Gargano, la Grotta a "Lui" consacrata divenne fulcro di una continua devozione, e più tardi, tappa obbligata per i crociati diretti alla Terra Santa. E lì, sul Monte, specie in età medioevale, salirono papi, sovrani, romei, santi predicatori ed umili pellegrini: un'umanità in cerca di "salvezza" che, prima dai territori limitrofi, poi perfino dall'Europa intera, fece di questo percorso un crocevia di genti e culture diverse. A testimoniare questa profonda devozione sono oggi le chiese, i monasteri, i resti di cappelle votive e gli antichi ostelli che punteggiano la Via Sacra nella sua interezza. Il tracciato inizia, perciò, con la benedizione di Santa Maria di Stignano, prosegue nel segno di San Matteo, Padre Pio, San Michele e San Leonardo, e termina con l'abbraccio della Madonna Incoronata di Foggia. Per maggiori informazioni sulla via sacra: www.laviadellangelo.it

I sentieri della Foresta Umbra - Accessi: Nucleo dei fabbricati dell'Amministrazione forestale. Cartografia di riferimento: Carta I.G.M. 1:50.000 - Foglio 385, VIESTE. Vi sono numerosi sentieri che attraversano la Foresta Umbra, molti sono segnalati dall'Amministrazione che ne cura anche la manutenzione. Si tratta di itinerari piuttosto brevi i cui tempi di percorrenza raggiungono un massimo di 4 ore. E' possibile percorrere più sentieri, facendo i necessari raccordi tra un tratto e l'altro. La numerazione riportata e la toponomastica si riferiscono a quella dei cartelli indicatori rinvenibili lungo ciascun percorso.

Sentiero N.3:  BARACCONI - STRADA UMBRA-MARE: tempo di percorrenza: 3 h - Itinerario interamente forestale che non offre punti panoramici di particolare interesse, ma che si snoda attraverso bellissimi popolamenti di faggio nella parte alta fino a circa metà percorso e poi di cerro, scendendo verso la strada asfaltata che conduce a Vieste.
Il sentiero decorre sempre all'ombra, al riparo della vegetazione arborea, e presenta eclusivamente tratti in piano e in discesa. Lungo il percorso è facile incontrare alcune mandrie di vacche di razza podolica e qualche maiale allo stato brado. Il punto di partenza ha inizio a circa 1 km. di distanza dal nucleo dei fabbricati dell'Amministrazione Forestale di Umbra, a sinistra della strada che conduce al mare in direzione di Vieste, in località Baracconi. Qui sorge un gruppo di edifici di proprietà dell'Azienda posti in una zona pianeggiante attrezzata per ospitare tende e roulottes. Il sentiero ha unizio alle spalle dei fabbricati, su una strada forestale di servizio (chiusa da una sbarra) piuttosto larga. Si attraversa dapprima un popolamento di faggio coetaneo a gruppi con grosse piante sparse qua e là e sottobosco di graminacee, abbondante ciclamino, agrifoglio, luzula, brachipodio, Galium spp. rovi, vitalba, dafne e pungitopo. Fanno parte del soprassuolo arboreo anche alcune piante di frassino e di acero. Dopo circa 15 minuti di cammino, sul margine sinistro della carrareccia si incontra una grossa pianta di cerro, primo baluardo della fustaia di questa specie che si attraverserà nella seconda metà del percorso. Sono presenti inoltre piante di vitalba che, con le loro liane, avvolgono quasi completamente la chioma di alcuni faggi creando effetti di luce molto suggestivi, con i raggi del sole filtrati dalla fitta vegetazione. QUi il popolamento diviene chiuso ed è abbondante nel sottobosco il pungitopo e l'agrifoglio. Più avanti nella faggeta compaiono specie più termofile quali carpino bianco e carpinella, cerro, acero opalo e campestre, ciavardello. Dopo un primo tornante, in prossimità della seconda sbarra, sulla destra si incontra una vecchia "piscina" ormai semi-interrata, ma è ancora ben visibile la muratura del rivestimento. Superata la sbarra si nota la presenza di piante di faggio di dimensioni notevoli, alcune delle quali presentano la parte superiore del fusto ricoperta da edera. Il percorso continua sulla solita carrareccia mentre la morfologia è quella di una valle piuttosto aperta con esposizione Nord-Nord-Est. In questa zona alcune grosse piante di faggio morte in piedi presentano enormi corpi fruttiferi a forma di mensola di Fomes fomentarius. Dopo circa 1 ora di cammino, quando ha inizio la discesa, si incontra una fustaia di faggio secolare, a struttura monoplana e con piante di dimensioni eccezionali, di suggestiva bellezza. La gran parte di queste presenta il fusto avvolto dall'edera, mentre sui tronchi marcescenti sono evidenti i caratteristici "fori" prodotti dai picchi (il picchio dalmatino risulta praticamente confinato in questi tipi di soprassuolo). Seguendo poi il tratto di cresta, che lascia sulla destra la Valle del tesoro ed a sinistra quella del Torrente Malpasso, il sentiero entra definitivamente nel querceto a prevalenza di cerro a cui si consociano in odo subordinato il carpino nero, l'olmo, l'acero opalo e campestre ed il tiglio. Sotto la cerreta, come è caratteristica di questa firmazione,il sottobosco è abbondante e ricco, soprattutto di specie arbustive (rovi, dafne, pungitopo, agrifoglio, ciavardello, biancospino, graminacee, edera, felci). Raggiunto il bivio per Grava di Pozzo Lombardo, ben segnalato dall'Amministrazione di Umbra, si prosegue sul sentiero principale fino a giungere nei pressi di una "piscina" ubicata in un'ampia radura, utilizzata per l'abbeveraggio del bestiame (l'acqua non è potabile). Lasciando la "piscina" alla propria destra si può continuare sempre sulla stessa carrarreccia fino a Caritate (circa 45 minuti di cammino). Se invece si prende a sinistra, una comoda mulattiera conduce alla Grava di Malanotte (bivio ben segnalato). Proseguendo in questa direzione, con il diminuire della quota cambia progressivamente la composizione del bosco e del sottobosco che indica un ambiente notevolmente più xerico e caldo (l'esposizione è Est-Sud-Est): infatti, il cerro lascia gradualmente il posto all'acero campestre, all'orniello, al carpino nero, alla roverella, al perastro, mentre fra gli arbusti si annoverano la ginestra odorosa e il ginepro comune. In breve tempo (10 minuti dal bivio) si raggiunge la Grava di Malanotte le cui caratteristiche principali sono segnalate da un cartello a cura dell'Amministrazione forestale. Da qui la visuale si apre sul litorale di Peschici e su alcuni boschi di pino d'Aleppo, in parte percorsi dal fuoco, visibili in lontananza. Subito dopo, il sentiero piega briscamente a destra in un ceduo di carpino, acero, orniello, cerro e roverella. Man mano che si scende di quota si nota la presenza del tiglio e di alcuni magnifici esemplari di pioppo tremulo di diametro elevato. Il sentiero decorre molto ripido con alcuni tornanti per qualche minuto, quindi segue le curve di livello tenendosi sempre su esposizione Est-Sud-Est. Lungo questi tratti in piano si incontrano vecchie aie carbonili (ormai abbandonate) ottenute mediante un piccolo sterro a monte della pendice, in modo da formare una piazzola. Ben presto il sentiero scende di nuovo di quota bruscamente (alcuni tornanti) e, dopo circa " ore di acmmino, si ritorna in un bosco a prevalenza di cerro. Sul sentiero sono presenti alcuni esemplari di leccio con curioso e pronunciato polimorfismo fogliare tra pianta e pianta (foglie molto ampie ed a bordo intero insieme ad altre più piccole e ricche di spine sul margine). Da qui in alcuni minuti il sentiero raggiunge la strada Umbra-Mare intersecandola a circa 2 km. prima di Caritate.

Sentiero N. 10: TAVOLONE - DISPENSA: tempo di percorrenza: 1.15 h - Il raccordo tra il sentiero n.15 e il n.10 non dura più di 5 minuti. Si attraversano dapprima alcuni novelleti di faggio e, giunti in località Tavolone, si procede in discesa in una perticaia, con abbondante sottobosco a Calamagrostis epigejos, qualche agrifoglio, pungitopo e felci. Si tratta in entrambi i casi di soprassuoli posti in rinnovazione in periodi differenti. Lungo il sentiero si incontra un gruppo di tre grosse piante di faggio. Facendo una piccola deviazione si può raggiungere la Grava di Coppa di Stella, profonda 40m. e con uno sviluppo sotterraneo di 22m. Procedendo oltre, il soprassuolo tende a diradarsi e la copertura e meno densa. Qui l'agrifolgio è ben diffuso con esemplari anche in forma arborea. Nelle piccole radure si nota la presenza di cardi e di tasso barbasso, a volte di dimensioni anche notevoli. Ci sono numerosi faggi con fusti slanciati, di forma colonnare. Alla faggeta pura si sotituisce per un certo tratto un consorzio misto in cui al faggio si consociano il carpino bianco, Sorbus torminalis, Acerobtusatum e Tilia cordata, con esemplari di grosse dimensioni. Si prosegue in discesa fino a giungere in un'ampia area attrezzata per il pic-nic, posta in prossimità della strada asfaltata.

Sentiero N.11: DISPENSA - LAGO D'OTRI: tempo di percorrenza: 1.30 h - Sentiero ben segnalato nel punto di partenza, in località Dispensa, che decorre quasi parallelo al sentiero n.10. Si cammina sul fondo di una piccola valle, le cui pendici sono ricoperte da popolamenti di faggio di età diversa sui due versanti. A destra si rinviene un soprassuolo vicino alla maturità, a sinistra una giovane perticaia con grosse piante sparse qua e là che rappresentano il soprassuolo precedente. Più avanti la struttura diviene disetanea con presenza di carpino nero e acero d'Ungheria. Numerosi sono gli alberi con fusti ricoperti di muschi: ciò denota l'elevato tenore di umidità dell'aria che caratterizza questa vellecola. Nel tratto finale si nota un'alternanza di soprassuoli a densità variabile: in quelli meno densi è presnete una fitta copertura erbacea a Calamagrostis epigejos.

Sentiero N.15: LAGO D'OTRI - MURGIA: tempo di percorrenza: 1.00 h - Il sentiero si snoda quasi interamente tra popolamenti di faggio differenziati per età e struttura. Lo si raggiunge dalla strada asfaltata che porta a Torre Palermo.  Si cammina in una faggeta disetanea, con presenza di carpino bianco fino a raggiungere il Lago d'Otri, piccolo catino artificiale delimitato da un muretto e comletamente ricoperto di alghe, con fioriture primaverili-estive di Ranunculus peltatus. Facendo un piccolo anello si raggiunge la Grava di Marianna, un inghiottitoio profondo 27m. e con sviluppo sotterraneo di 18 m. Rientrati sul sentiero, sempre nella faggeta, è possibile notare le numerose piante che vivono nel sottobosco e che variano soprattutto a seconda del grado di copertura delle chiome, che determina condizioni di luminosità ed umidità variabili. Agrifoglio e pungitopo vegetano bene anche sotto una densa copertura; si trovano poi rovi, felci, Daphne laureola, Calamagrostis epigejos (una graminacea tipica delle faggete), Sanicula europaea, Galium spp., Orobanche hederae (una pianta parassita priva di clorofilla che vive sulle radici dell'edera), edera (che spesso avvolge i fusti e risale fino alle chiome, confondendosi con esse), vitalba, sigillo di Salomone, Orchis maculata, Fragaria vesca, Cyclamen hederifolium, Lonicera caprifolium, Urtica dioica, senecio, farfaraccio. Lo strato arbustivo comprende Sambucus nigra, Euonimus europaeus, Crataegus oxyacantha. Oltre al carpino bianco si trovano consociati al faggio Acer obtusatum e A. campestre, Fraxinus ornus e, fatto davvero inconsueto, Quercus ilex. Vi è anche un nucleo di abeti bianchi introdotti e nella zona intorno si notano, con un po' di attenzione, numerosi semenzali di questa specie. Un'altra conifera introdotta, di origine alpina, è l'abete rosso. Inclusa nella faggeta si rinviene inoltre una bella fustaia di Quercus frainetto, in ottime condizioni vegetative. Nei pressi della Caserma Murgia, dove termina l'itinerario, esiste un nucleo ben evidente di grosse piante di pino nero; tutt'intorno alla costruzione si rinvengono piante di Acer obtusatum e A. campestre, carpino bianco, leccio e una grossa pianta di Robinia pseudoacacia. Lungo il sentiero si prosegue per la carrozzabile verso il villaggio Umbra per raggiungere il sentiero n.10.

 

Altri percorsi del Gargano

Foresta Umbra, Coppa D'Antonio, Piscina Bianca, Carpino - Accessi: Foresta Umbra (S.S.528, km.22); Carpino (strada Carpino .S.S. 528). Cartografia di riferimento: Carta I.G.M. 1:25.000 - Foglio 156 I SE - ISCHITELLA; Foglio 157 IV SO, VICO del GARGANO e Foglio 157 III NO - FORESTA UMBRA. Carta I.G.M. 1:50.000 - Foglio 384 VICO del GARGANO. L'itinerario si snoda per lo più tra belle cerrete, qualche ceduo di carpino e l'interessante Bosco di Ischitella ove si ritrovano, inclusi fra fustaie di cerro e farnetto, boschi secolari di faggio che vegetano alle quote più basse a livello appenninico e nazionale (faggete depresse). L'ultimo tratto decorre fra pascoli e oliveti con una splendida visuale su Carpino e sul Lago di Varano. Possibilità di raccordo con l'itinerario n.1 dalla Piscina di Don Sante o dopo la Masseria Maratea. Rifornirsi di acqua alla partenza. Nei pressi degli Uffici dell'Amministrazione forestale di Umbra, a sinistra di un insediamento dell'Aviazione Militare, al km.22 si diparte una strada, inizialmente asfaltata, in direzione Monte Giovannicchio. Superato questo, dopo circa un chilometro e mezzo, occorre deviare a destra e, più avanti, proseguire in obliquo a sinistra. Si supera la recinzione che delimita la proprietà demaniale e sempre su carrareccia si giunge in uno spiazzo ove sono una piscina e due grosse querce. Dal piazzale si dipartono tre strade: una sulla sinistra vicino alla roverella che scende verso la Masseria Maratea, una seconda vicino alla pianta di cerro sale in direzione della Masseria Rusca, l'altra prosegue invece verso Tuppo dei Giardini. Ad un successivo bivio (Piscina di Don Sante) occorre piegare a sinistra mentre se si prosegue dritti, dopo breve tratto ci si innesta sull'itinerario n.1 che conduce a Vico del Gargano. Il sentiero prosegue dapprima in quota poi discende piuttosto velocemente fino ad incontrare una "piscina" posta in prossimità di Casa Folicara. Da qui si dipartono diverse strade: va seguita quella in direzione sud che aggira la "piscina", supera un alveo torrentizio e procede ripida fino alla Torretta forestale che si raggiunge per mezzo di una strada forestale. Dopo la torre il sentiero si snoda in quota e ad un bivio si prende a sinistra, costeggiando una recinzione di filo spinato fino ad arrivare ad uno spiazzo, nel quale si incrociano due strade, di cui una privata che, come indicato dal cartello, porta fino alla Piscina Marchese. Procedendo per questa strada si arriva fino a Coppa dei Tre Confini, da cui passando per Monte d'Jorio e Case Gippone si raggiunge Piscina Bianca. Dalla "piscina" si ritrova la mulattiera che porterà fino a Carpino.

         

Caserma delle guardie di Coppa del Giglio Valle Ragusa Casa Pezzente (strada S. Giovanni Rotondo/Carpino) [Coppa del Monaco] Bivio Caserma delle Guardie Monte Spigno S.S. 528 (Km 40+350) - Accessi: Strada comunale Cassano/Pian dell'Incudine (da S.S. 272); strada S. Giovanni Rotondo/Carpino; S.S. 528. Cartografia di riferimento: Carta I.G.M.I 1:25.000 - Foglio 156 II NE, Monte Spigno; Foglio 156 II SE, S. Salvatore e Foglio 157 III SO, Monte S. Angelo. Carta I.G.M.I. 1:50.000 - Foglio 397, Manfredonia.  Itinerario molto impegnativo che decorre in parte all'ombra e per gran parte allo scoperto. nella Valle Ragusa si ritrova una fra le più belle cerrete del Bosco Quarto, con esemplari di notevole dimensione a sinistra, poco prima di deviare sulla strada per Coppa del Monaco. Sopra Monte Spigno diffusa presenza di fenomeni di carsismo superficiale con campi carreggiati e doline che conferiscono al paesaggio un aspetto lunare. Panoramica sulle cerrete di Bosco Quarto, sulla Valle Carbonara sovrastata dall'abitato di Monte S. Angelo, su Monte Sacro a Ovest fino ai laghi costieri. Rappresenta il proseguimento dell'itinerario n.15 Monte S.Angelo - Coppa del Giglio. Da Coppa del Giglio dirigersi verso Pozzo Giovannone, giunti nella Valle Ragusa piegare a sinistra. Percorsa tutta la valle, e parte della Valle Pezzente, si giunge sulla strada S.Giovanni Rotondo/Carpino. Si prende a destra e dopo breve tratto ancora a destra, proseguendo sulla strada che decorre parallela alla Valle Ragusa, che va seguita in direzione Coppa del Monaco. Al bivio della Caserma delle Guardie si piega a sinistra e dopo uno "stazzo" si prosegue lungo il muretto a secco che delimita la faggeta da un pascolo, mantenendosi sulla linea di cresta fino ad arrivare alla cima più alta del Monte Spigno (nell'ultimo tratto la mulattiera non è ben visibile). Il sentiero, mal tracciato, si ritrova in prossimità di una cisterna, e conduce ad una carrareccia. Questa, dopo un tratto in quota, discende dapprima lentamente poi, diviene più ripida fino a giungere, dopo una serie di tornanti, alla Strada Statale 528 poco dopo il km 40. Variante: Anzichè prendere la strada bianca, si può arrivare per una carrareccia alla Masseria Pinciaro, nei pressi del km 39 dell S.S.528 dove, previo accordo, potrebbe esserci la possibilità di rifocillarsi. Poco distante infatti c'è Masseria Luciani, tuttora in attività, che pratica l'allevamento di capre e cavalli.

Caserma delle Guardie di Coppa del Giglio Jazzo Trenta Carrini strada S. Giovanni Rotondo/Carpino Canale del Conte Caserma Forestale Monte Calvo S. Giovanni Rotondo - Accessi: Strada comunale Cassano/Piano dell'Incudine (da S.S. 272); strada S. Giovanni Rotondo/Carpino; S. Giovanni Rotondo. Cartografia di riferimento: Carta I.G.M.I 1:25.000 - Foglio 156 II NE, Monte Spigno; Foglio 156 II SE, S. Salvatore e Foglio 156 II SO, S. Giovanni Rotondo. Carta I.G.M.I. 1:50.000 - Foglio 397, Manfredonia. Itinerario a tratti molto panoramico che decorre per una parte in bosco, ma per lo più allo scoperto. Si attraversa una delle formazioni forestali più interessanti del Gargano (cerrete di Bosco Quarto e del Bosco di manfredonia) ed uno degli ambienti con aspetti steppici (Monte Calvo). Vi è la possibilità di rifornirsi d'acqua nelle diverse masserie che si incontrano lungo il percorso. Dalla Caserma delle Guardie di Coppa del Giglio prendendo la prima deviazione a destra si accede verso Piano dell'Incudine, ripercorrendo a ritroso un tratto del sentiero che sale da Masseria S. Maria, per deviare ancora a destra attraverso la Valle di Pasquanzano (1) fino alla carrareccia Cassano/Piano dell'Incudine che va presa a destra. Una variante è data da un sentiero che dalla strada bianca (ritornando verso S.Maria) si inoltra nella cerreta e giunge fino alla strada S. Giovanni Rotondo/Carpino nei pressi di Canale del Conte. Se invece si prosegue sulla carrareccia, una volta giunti sulla strada asfaltata si prende a sinistra per circa 2,5 Km e poi a destra una strada bianca che conduce ad una caserma forestale. Giunti ad un bivio, nei pressi della caserma, si sale a sinistra lungo una carrareccia dissestata fino a raggiungere la sella di Coppa d'Incero. Successivamente si prosegue in piano su un sentiero che attraversa la piana di Mulanna. Per risalire sulla cima del Monte Calvo non c'è un sentiero ben definito, ma non esistono difficoltà particolari. Discesi sul versante Sud-Ovest occorre dirigersi verso la strada asfaltata che conduce all'abitato di S. Giovanni Rotondo.

         

Monte S.Angelo S.Maria di Pulsano Valle Mattina Tomaiuolo - Accessi: Monte S.Angelo; strada Manfredonia /S.S. 272. Cartografia di riferimento: Carta I.G.M.I 1:25.000 - Foglio 156 II SE, S.Salvatore. Carta I.G.M.I. 1:50.000 - Foglio 397, Manfredonia. Itinerario percorribile in parte con mezzi motorizzati e in parte a piedi. Chi decide di raggiungere il piccolo abitato di Tomaiuolo deve tener presente che la rotabile che da Pulsano conduce fino all'inizio del sentiero (Valle Marittina), è priva di parapetto. Si consiglia pertanto di iniziare l'escursione a piedi, da S.Maria di Pulsano, e farsi raggiungere in auto a Tomaiuolo (per far ciò occorre tornare a Monte S.Angelo, prendere la S.S. 272 in direzione S.Giovanni Rotondo e, dopo il km 44, svoltare al primo bivio a destra per Manfredonia). É un itinerario di notevole interesse storico e artistico, con buona vista sul Vallone di Pulsano e sulla piana di Manfredonia. É interessante inoltre visitare la frazione Montagna ove è possibile acquistare prodotti tipici locali. Se invece di deviare per Coppa la Pinta (vedi itinerario n.18) si prosegue dritti su comoda strada, in parte sterrata, si giunge a S.Maria di Pulsano, dopo aver superato sulla destra la Masseria Rinaldi ed una recinzione (avere cura di richidere il rudimentale "cancello"). Il piccolo nucleo abitato di Tomaiuolo si raggiunge imboccando a destra, prima del Santuario, la rotabile che costeggia lo strapiombo di Valle Mattina (si tratta di una strada incompiuta che si interrompe bruscamente sul versante opposto; essa avrebbe dovuto collegare S. Maria di Pulsano con Manfredonia). In rpossimità del primo tornante, superato il ponte in cemento, si risale una pendice su sentiero poco visibile e, dopo aver superato la collina, si giunge ben presto all'abitato di Tomaiuolo.

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